Settembre 28, 2023

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Un tribunale egiziano ha condannato un attivista per i diritti a 3 anni di carcere in un caso che si riverbera in Italia

Un tribunale egiziano ha condannato un attivista per i diritti a 3 anni di carcere in un caso che si riverbera in Italia

IL CAIRO (AP) – Martedì un tribunale egiziano ha condannato un attivista per i diritti umani a tre anni di carcere per un articolo di opinione che ha scritto nel 2019, in un caso che ha rinnovato l’attenzione globale all’intolleranza dei critici del governo egiziano.

Il caso di Patrick George Jacqui ha avuto risonanza anche in Italia, dove era uno studente post-laurea, dove in molti hanno ricordato il tragico destino dello studente italiano Giulio Regeni, rapito e ucciso al Cairo nel 2016.

Amnesty International si è affrettata a condannare le autorità egiziane e ha affermato che l’immagine di Jackie trascinata fuori dall’aula e portata in prigione martedì è stata “orribile”.

Un tribunale della città di Mansoura, nel delta del Nilo, ha condannato Zaki per “diffusione di notizie false” relative al suo articolo sulla discriminazione contro la minoranza cristiana copta in Egitto, secondo l’Egyptian Initiative for Personal Rights. Jackie ha lavorato con il gruppo come ricercatrice sui diritti di genere.

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La squadra che rappresenta il fantino davanti al tribunale ha detto che è stato preso in custodia dall’aula subito dopo il verdetto e trasferito in prigione per scontare la pena.

Jackie, una cristiana, è stata arrestata nel febbraio 2020 poco dopo essere atterrata al Cairo per un breve viaggio di ritorno dall’Italia, dove studiava all’Università di Bologna. È stato rilasciato nel dicembre 2021 dopo 22 mesi di custodia cautelare, ma è stato obbligato a rimanere in Egitto e non gli è stato permesso di viaggiare all’estero in attesa del processo.

Il suo gruppo per i diritti ha affermato che Zaki non aveva il diritto di appellarsi ai sensi della legge egiziana perché è stato processato davanti a un tribunale di emergenza, un altro punto controverso nella situazione dei diritti umani in Egitto.

Tuttavia, la sentenza della corte richiede l’approvazione del presidente Abdel-Fattah el-Sisi, che ha il potere di ribaltarla o di graziare il ricercatore.

L’imprigionamento dell’Egitto e il silenzio delle critiche hanno attirato la condanna internazionale e sono i principali punti di attrito tra la nazione nordafricana e l’Occidente.

L’arresto e il processo di Jackie sono diventati notizie da prima pagina in Italia e hanno scatenato un’ondata di proteste studentesche. Per molti italiani, la sua detenzione ricorda la morte nel 2016 del dottorando italiano Giulio Regeni, rapito, torturato e ucciso al Cairo, un caso brutale che ha scioccato il mondo e ha incolpato le autorità egiziane per i gruppi per i diritti.

L’Italia e altri governi europei hanno ripetutamente chiesto il rilascio di Jackie.

Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha dichiarato in una dichiarazione dopo il verdetto: “Il nostro impegno per una soluzione positiva al caso Patrick Zacki non si è mai fermato, continua e abbiamo ancora speranza”.

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Riccardo Nouri, portavoce di Amnesty International per l’Italia, ha definito il verdetto “vergognoso” in un post su Twitter. “Dopo 22 mesi in una prigione estenuante e più di un anno in un processo, l’immagine di Patrick che viene trascinato fuori dal tribunale di Mansoura è orribile”, ha detto Nouri.

Nell’ultimo decennio, l’Egitto ha assistito alla peggiore repressione del dissenso degli ultimi decenni. Le autorità hanno preso di mira non solo oppositori politici islamisti, ma anche attivisti democratici, giornalisti e critici online.

Le lunghe detenzioni preliminari sono diventate una pratica standard per tenere in carcere i critici del governo il più a lungo possibile.

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A questo rapporto ha contribuito lo scrittore dell’Associated Press Francis D’Emilio di Roma.