Settembre 29, 2023

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Covid crisi politica in Italia

Suscita indignazione la sentenza del “rapido inseguimento” dei giudici italiani

Suscita indignazione la sentenza del “rapido inseguimento” dei giudici italiani

Un tribunale italiano ha assolto un custode dall’accusa di aver toccato una studentessa con la motivazione che lo ha fatto “solo per pochi secondi” e senza “intento osceno o audace”, in una sentenza che ha suscitato indignazione diffusa.

Secondo gli atti del tribunale, la ragazza ha detto che l’uomo è arrivato da dietro di lei, le ha messo le mani nelle mutande e lo ha sollevato leggermente in aria mentre lei si stava tirando su i pantaloni dopo aver salito le scale con un amico.

L’incidente è avvenuto nell’aprile dello scorso anno a Roma in una scuola media del quartiere Ostiense e “il tutto è durato dai cinque ai dieci secondi”, hanno detto i giudici nella loro sentenza.

Il sovrintendente scolastico, 66 anni, ha detto di aver infilato la mano nella parte posteriore dei pantaloni della ragazza, sollevandoli per alcuni secondi, “per scherzo”.

Successivamente supplicò la ragazza di lasciarla passare, dicendole: “Mi rovinerai la vita, non ti ho fatto niente”.

Nella sentenza del 6 luglio, un collegio di giudici ha concluso che il gesto inappropriato è stato così breve da lasciare “molti dubbi” sulla sua volontarietà e ha ritenuto che fosse “mascherato” per scherzo.

Andrea Boitoni, l’avvocato della ragazza, ha dichiarato al sito di notizie Fanpage che la decisione sarà “sicuramente” impugnata.

“Questo non è il modo in cui un vecchio flirta con una ragazza di 17 anni. Almeno questo è quello che penso”, ha detto la ragazza al Corriere della Sera.

La sentenza ha scatenato una protesta online, con migliaia di utenti di social media che hanno pubblicato video in cui toccano parti intime del corpo utilizzando gli hashtag #10seconds e #quickgrope.

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La campagna è stata lanciata online all’inizio di questa settimana dall’attore e comico Paolo Camelli, protagonista della serie TV The While Lotus, dicendo, accarezzando il petto alla telecamera, “Se questa non è molestia, che cos’è?”.