cronico. 4 ottobre 2021, in occasione del 76NS In occasione dell’anniversario della sicurezza sociale, il ministro della Solidarietà e della Salute, Olivier Veran, ha ricordato il ruolo straordinario svolto da questa istituzione durante la crisi sanitaria e ha chiesto un ripensamento dell’assicurazione sanitaria obbligatoria (AMO), in particolare nel suo collegamento con la salute complementare. La Francia ha la particolarità di vedere la propria spesa sanitaria (209 miliardi di euro nel 2020) coperta da due diversi canali: l’AMO, da un lato, per circa l’80%, e l’assicurazione sanitaria integrativa, dall’altro, poco più del 12%. il resto costituisce il “resto del nolo” pagato dai pazienti.
Questa particolarità può essere spiegata dalla storia: prima dell’istituzione della previdenza sociale con il decreto del 4 ottobre 1945, gli assicurati potevano iscriversi a fondi a loro scelta, spesso congiunti. Con un decreto del 1945 che affidava l’amministrazione alle sole casse di previdenza, le casse mutualistiche avevano il compito di sostenere le partecipazioni ai contributi, pur destinate a responsabilizzare l’assicurato, prima di proporre, e poi affiancate da casse di risparmio e assicurazioni, una serie di prestazioni aggiuntive sull’assicurazione sanitaria obbligatoria.
Oggi, tutti e tre questi tipi di organizzazioni sono coperti dalla direttiva europea sulle assicurazioni, il che spiega perché il loro sistema di tariffazione si è allontanato sempre di più dal principio fondamentale dell’assicurazione sociale: la solidarietà. I contributi previdenziali non dipendono dal rischio o dall’età dell’assicurato e sono proporzionali al reddito. Al contrario, sempre più istituti di assicurazione sanitaria integrativa variano i premi – indipendentemente dal reddito – con l’età e talvolta indirettamente con lo stato di salute. Allo stesso modo, la copertura varia notevolmente a seconda del costo della copertura aggiuntiva, che generalmente consente ai ricchi di pagare quasi tutte le spese sanitarie.
costi di gestione
Infine, nonostante l’alto tasso di copertura che consente la convivenza di questi due sistemi di protezione, a rimetterci sono diverse tipologie di popolazione: tutti coloro che, nonostante la presenza di complementarietà sanitaria solidale, non godono di protezione sociale complementare (circa il 4% dei popolazione, ma il 10% di quelli appartenenti a 1egli è reddito decimale e il 13% dei disoccupati), e coloro che hanno una protezione sociale aggiuntiva la pagano a caro prezzo ma non sono adeguatamente coperti, soprattutto i pensionati. Una piccola parte della popolazione incorre in una “piccola cassa” molto elevata, mentre un’altra parte rifiuta di farsi curare, causando così problemi di salute più gravi, nonché maggiori costi futuri per la sicurezza sociale.
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