La decisione europea di disimpegnarsi dal gas russo è destinata a comportare drastici cambiamenti nella mappa energetica, compreso il trasferimento di quantità dalle riserve del Mediterraneo orientale, e ha portato a un reinteresse per gli idrocarburi al largo di Creta e nel Mar Ionio .
In questa nuova “guerra dei tubi”, Ankara ha giocato d’azzardo con la richiesta di trasportare il gas israeliano in Europa attraverso la Turchia. Da parte sua, Atene sta lavorando a un piano per un gasdotto EastMed “alternativo”, che trasporta il gas da Israele attraverso l’Egitto e la Grecia verso l’Italia e il resto d’Europa. Tutti i piani sul tavolo avranno i loro pro e contro, di natura economica, geopolitica e tecnica.
Atene sta ricorrendo a un’azione rapida per riprendere il rilevamento in tre blocchi contenenti riserve di idrocarburi potenzialmente grandi. Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha spiegato in Parlamento l’intenzione del governo di esplorare le aree a sud di Creta e nel Mar Ionio per ottenere un quadro integrato di eventuali riserve di gas e procedere al loro utilizzo se ritenuto redditizio per la Grecia.
Mitsotakis ha suggerito che questa settimana vengano annunciate decisioni e orari in merito all’inizio delle indagini nei due blocchi a sud e sud-ovest di Creta che sono stati ceduti al consorzio Total-ExxonMobil-Hellenic Petroleum e che sono stati ceduti in forma ionica a Hellenic Petroleum.
Ci vorrebbe un programma di almeno due anni e mezzo per continuare a indagare su quelle riserve, attraverso indagini sismiche e perforazioni, a un costo fino a 150 milioni di dollari per blocco.
Il governo dovrebbe nei prossimi giorni dare agli appaltatori un forte segnale di determinazione che prima non c’era, a causa del contesto generalmente negativo derivante dal calo dei prezzi del gas e del petrolio nel 2019 e nel 2020. Ne ha già trovati altri da prendere su questi progetti.
Per quanto riguarda l’alternativa EastMed, si tratta di un gasdotto di 380 km che segue il tracciato dell’interconnessione elettrica tra Egitto e Grecia. Un piano del genere eviterebbe qualsiasi ostacolo geopolitico, ma lascerebbe anche Cipro fuori, e quindi avrebbe un costo politico.
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