È stato un farmaco che le autorità sanitarie stavano aspettando con impazienza nella loro lotta contro il Covid-19.
Il 25 novembre, in una conferenza stampa, il ministro della Salute Olivier Veran ha annunciato: “A fine anno la situazione cambierà”. Un riferimento a Molnupiravrir, il farmaco antivirale di Merck. Il governo aveva anche, anticipando l’autorizzazione all’immissione in commercio, ordinato 50.000 dosi per il trattamento di pazienti sintomatici a rischio di sviluppare una forma pericolosa.
Ma venerdì le autorità sanitarie francesi hanno rifiutato l’accesso anticipato al trattamento antivirale contro le forme lievi di Covid-19, il molnopiravir, considerando che la sua efficacia è inferiore a quella dei trattamenti attuali.
E ha annunciato in un comunicato che l’Alta Autorità della sanità “non consente l’accesso anticipato” al molnopiravir ai pazienti in Francia per il “trattamento curativo delle forme lievi e moderate di Covid-19”.
Questo farmaco sperimentale orale è stato sviluppato in Francia da una filiale del laboratorio americano Merck, MSD France, con il nome “Lagevrio”.
‘Perdita di fortuna’ per i pazienti
MSD France ha richiesto l’accesso anticipato – una procedura che consente una rapida prescrizione di farmaci – per gli adulti infetti da SARS-CoV-2, che presentano forme da lievi a moderate ma con un fattore di rischio per lo sviluppo di una forma grave della malattia.
Secondo HAS, “i risultati di efficacia forniti dal laboratorio sono di qualità inferiore a quelli dei trattamenti disponibili”. Riducono solo del 30% il rischio di sviluppare la malattia in una forma grave, mentre alcuni anticorpi monoclonali sono efficaci dell’80%.
L’HAS aggiunge che l’autorizzazione del molnupiravir “causerebbe una perdita di opportunità per i pazienti, che non sarebbero trattati” con un altro farmaco più efficace.
Ritiene inoltre che l’effetto del trattamento sulla riduzione della diffusione del virus nel paziente “non sia stato dimostrato”.
In un comunicato stampa, il laboratorio MSD France ha preso atto di tale rifiuto, esprimendo rammarico “che i dati clinici forniti a questo punto non abbiano consentito all’HAS” di approvare la sua richiesta.
“L’efficacia mostrata da Lagevrio negli studi clinici ha confermato l’ulteriore vantaggio che può portare all’arsenale della lotta all’epidemia di Covid-19, soprattutto perché consente una cura semplice in città”, sostiene in particolare il suo presidente, Clarisse Lhoste.
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