Nel mezzo di un più ampio attacco glamour incentrato sull’economia, l’articolo del Global Times glorifica la cooperazione italo-cinese nell’ambito della Belt and Road Initiative e critica il governo Meloni (che sta valutando l’uscita dal progetto) per aver ceduto all’influenza degli Stati Uniti.
Tutti motivi per rimanere nella Belt and Road Initiative. governo italiano inclinato verso Uscita dalla Belt and Road Initiative cinese. Pechino ha intrapreso un’offensiva di fascino sempre più potente per convincere Roma a restare. L’ultima parte è stata giovedì condizione Sul tabloid statale Tempi globaliriflettendo la crescente preoccupazione del PCC per l’uscita dell’Italia dal progetto di infrastrutture e influenza.
- Il memorandum d’intesa che lega l’Italia alla Belt and Road Initiative dovrebbe rinnovarsi automaticamente nel marzo 2024, a meno che una delle parti non si ritiri con tre mesi di anticipo, quindi una decisione è attesa entro la fine dell’anno.
- Soggetto Ancora in discussionee il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sottolineato Potresti coinvolgere il Parlamento nella decisione. Mercoledì ha notato che si possono avere “rapporti eccellenti con la Cina senza far parte di un piano strategico” come la Belt and Road Initiative.
Bene e male (secondo Pechino). Dopo aver evidenziato le parole del premier, si è alzato Tempi globali L’articolo cita un accademico che afferma che Roma “affronta un dilemma nel mantenere relazioni amichevoli e vantaggiose per tutti con la Cina a causa della pressione degli Stati Uniti e dell’influenza generata dalle lotte politiche interne e dal populismo”.
- Un altro analista associato al Paese osserva che “a differenza del governo Conte, che era governato da un partito politico non importante che è stato in grado di resistere alle pressioni americane, l’amministrazione Meloni ha difficoltà a resistere all’influenza di Washington”.
- Il riferimento è a Giuseppe Conte (ora leader del Movimento 5 Stelle un po’ filocinese e antiatlantico), che nel 2019 firmò un memorandum d’intesa con la Cina nella sua precedente veste di primo ministro.
Controllo di realtà. Lo ha detto venerdì mattina il ministro delle Imprese italiano, Adolfo Orso Radio 24 Che il governo Meloni “non subisca pressioni da Stati Uniti o Cina su [BRI] Memorandum.” Poi ha aggiunto che dalla firma del documento, il nostro commercio con la Cina è peggiorato drasticamente, a differenza di quanto accaduto con Francia o Germania, che invece applicavano [new] lavorare con la Cina. Questo dovrebbe farci riflettere”.
teso molto? IL Tempi globali L’articolo, che alla fine ritrae Roma come debole e Washington come dettatrice della linea, in realtà allude alla crescente consapevolezza del PCC che l’Italia probabilmente abbandonerà il MOU. È una questione di “come” piuttosto che di “se” per evitare ripercussioni su entrambi: ci rimetterebbe la Cina, unico Paese del G7 ad aderire alla Belt and Road Initiative, e Minaccia subdolamente l’Italia per la reazione economica che potrebbe derivare da questa scelta.
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