Il governo italiano sta imponendo una multa del 26% alle criptovalute a partire da quest’anno, dopo l’approvazione della legge di bilancio a dicembre.
Fino a poco tempo fa le criptovalute erano considerate valuta estera e tassate di conseguenza, ma ora il governo di Maloney le sta tassando come qualsiasi reddito.
Ciò significa guadagni superiori a € 2.000 all’anno e, a differenza di altre giurisdizioni, l’Italia non tassa le criptovalute e le transazioni crittografiche.
“Questa legge sarà di difficile attuazione pratica e aprirà la porta a diversi contenziosi, rischiando di avere l’effetto contrario a quanto previsto”, ha dichiarato Gianluigi Guida, direttore generale di Finanza Italia. Citato Dal quotidiano italiano Corriere.
Sottolineano che non è chiaro se il limite di 2.000 euro si applichi complessivamente o a ciascuna transazione specifica.
Più preoccupante da una prospettiva globale è il panorama non competitivo che questo crea per l’Italia.
La Germania non ha imposto tasse sulle plusvalenze per le criptovalute per più di un anno, mentre la Francia sta spingendo le riforme pensionistiche per ridurre i tassi aziendali competitivi a livello globale, anche per le criptovalute.
La tassa del 26% sulle criptovalute è la più alta nei paesi sviluppati e rischia di rendere l’Italia meno attraente per le imprese innovative ad alta crescita.
Potrebbe anche spingere i ricchi italiani fuori dal paese, poiché il tasso punitivo non tiene conto del rischio estremamente elevato che gli investitori corrono nell’acquistare o detenere criptovalute.
Il limite aggiuntivo di 2.000 euro è troppo piccolo per un tasso così elevato e rende il Paese non competitivo in un momento in cui sono necessari investimenti esteri.
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