Su richiesta dell’opposizione, sarà necessaria una seconda lettura prima che il testo sia rinviato all’Aula per l’approvazione finale. Quindi una nuova riunione del comitato si terrà dopo le vacanze di Pasqua. La maggioranza ha inoltre approvato quattro emendamenti, di cui uno relativo all’entrata in vigore del meccanismo. Nessun’altra data è stata fissata ora, la data del 1 luglio è stata finora menzionata. L’impegno deve essere assolto con regio decreto, che viene deliberato dal Consiglio dei ministri. Ciò deve essere motivato da pareri scientifici consolidati, in particolare dalla Task Force per l’immunizzazione e dal Consiglio supremo per la salute. Il conto riguarda solo i caregiver, non altri dipendenti delle strutture di cura.
Il ministro della Salute Frank Vandenbroek (Forweet) ha ritenuto questi emendamenti “importanti e coerenti”. A suo avviso, la vaccinazione è un “chiaro dovere morale”. “Licenziaremo migliaia di persone? No, possiamo convincere migliaia di persone a vaccinare”, ha stimato, facendo il suo punto con il caso francese, dove il tasso di vaccinazione del personale infermieristico è vicino al 100%. L’introduzione di queste mod è stata accolta favorevolmente da Gitta Vanpeborgh (Vooruit) all’interno di Vivaldi.
Se entrerà in vigore, la vaccinazione Covid-19 richiederà l’ottenimento o il mantenimento di un visto o la registrazione di un caregiver. La questione dell’adeguatezza di questa misura è stata sollevata da diversi deputati, tra cui il presidente Lawrence Indians (Ekolo, maggioranza). Questa sproporzione è stata criticata anche da Kathleen Deporter (N-VA), così come la mancanza di uno studio sull’effetto della misura sull’occupazione del personale infermieristico.
Sophie Merckx (PTB) ha ritenuto questo disegno di legge “indifendibile”. Ha anche espresso preoccupazione per un decreto reale che “potrebbe essere pubblicato il giorno successivo”. Catherine Funk (Les Engagés, ex-cdH) riteneva che il dibattito di quel giorno riguardasse già “la segregazione e il divieto assoluto di pratica”. “Porterà un valore aggiunto licenziando gli operatori sanitari?” Si chiedeva, offrendo una “visione alternativa su queste sanzioni”. Da parte sua, Sophie Rohonni (DéFI) ha proposto senza successo che l’eventuale regio decreto venga approvato entro 7 giorni dalla Camera.
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