Dicembre 9, 2023

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La scienza lo sostiene: alza il basso per farti ballare

La scienza lo sostiene: alza il basso per farti ballare

Gli appassionati di musica elettronica lo sanno bene: non appena un dj suona il basso, il pubblico viene allontanato e risponde mettendo in risalto i propri passi di danza. Ma fino a che punto è cosciente questa influenza?

I ricercatori hanno esaminato più da vicino la relazione tra le basse frequenze e la danza, grazie a un esperimento a grandezza naturale durante un concerto.

I risultati, pubblicati lunedì sulla rivista scientifica Current Biology, hanno mostrato che i partecipanti ballavano quasi il 12% in più quando venivano suonate frequenze impercettibilmente molto basse, così come la musica.

David Cameron, neuroscienziato e autore principale dello studio, ha riassunto all’AFP che il pubblico “non era a conoscenza di questi cambiamenti, ma ha comunque diretto i propri movimenti”.

Questi risultati confermano così il “rapporto speciale” tra basso e danza, sin qui osservato soprattutto aneddoticamente.

Alle feste, “le persone tendono ad alzare il basso”, osserva il ricercatore della McMaster University in Canada, che è lui stesso un batterista. In tutte le culture, sono spesso “strumenti a bassa frequenza, come bassi o batteria, che danno il ritmo alla musica”.

“Ma quello che non sapevamo era: puoi davvero ballare di più con il basso?”

L’esperimento è stato condotto in Canada presso LIVElab, un edificio che funge da sala da concerto e laboratorio di ricerca.

Circa 60 persone – delle circa 130 che hanno assistito al concerto del duo di musica elettronica Orphx – hanno accettato di indossare una fascia dotata di sensori, registrando i loro movimenti in tempo reale.

Poi, durante il concerto, i ricercatori hanno acceso e spento a intermittenza speciali altoparlanti a bassissima frequenza.

Utilizzando un questionario che i partecipanti hanno completato dopo il concerto e un esperimento separato, gli scienziati hanno verificato che queste frequenze erano effettivamente impercettibili. Un tale metodo ha permesso di isolare l’effetto del basso e di evitare che fosse disturbato da altri fattori, come sapere o non sapere quale pezzo si sta suonando.

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– la mia intuizione –

“Sono stato toccato dall’impatto”, ha detto David Cameron.

Secondo lui, due ipotesi potrebbero spiegare perché il basso ci ha fatto ballare così tanto. Da un lato, possono stimolare l’apparato tattile (pelle), così come l’apparato vestibolare, che è più comunemente chiamato orecchio interno.

Tuttavia, il collegamento tra questi sistemi e il sistema motorio, all’origine dei movimenti, è molto stretto. Soprattutto è intuitivo, perché non passa attraverso il lobo frontale del cervello.

Questa stimolazione può dare “un piccolo slancio al sistema motorio e aggiungere un po’ di energia e vivacità ai movimenti”, ha suggerito il ricercatore, che vorrebbe verificare questa ipotesi in esperimenti futuri.

Per quanto riguarda la grande domanda di capire perché gli umani ballano, il mistero continua.

“Sono sempre stato interessato al tempo, e in particolare al tempo che ci fa desiderare di muoverci”, nonostante l’apparente mancanza di funzionalità, osserva David Cameron.

Le varie teorie avanzate fanno spesso riferimento all’idea di coesione sociale.

“Quando ci sincronizziamo con gli altri, tendiamo a sentirci connessi a loro”, ha sottolineato il ricercatore. “Ci permette di sentirci meglio come gruppo e quindi di fare meglio come gruppo: essere più efficaci e promuovere la pace”.

Senza offesa per i vicini scontenti: così il basso alla fine può anche aiutare ad ammorbidire la morale.