Le politiche della scienza aperta mirano a diffondere senza ostacoli risultati, metodi e prodotti della ricerca scientifica. Uno dei principali strumenti attualmente in fase di impacchettamento nel servizio Open Science è l’open access, o accesso aperto, che consiste, in modi molto diversi, nel rendere liberamente disponibili su Internet pubblicazioni scientifiche e nel facilitarne l’utilizzo, in particolare per scopi di ricerca.
La sezione L. 533-4 della legge sulla ricerca, risultante dalla legge sulla Repubblica digitale del 7 ottobre 2016, garantisce il diritto dei ricercatori di depositare in forma digitale i loro articoli finanziati principalmente con fondi pubblici in un archivio aperto alla scadenza. Per un periodo che va dalla data della prima pubblicazione (sei mesi alla pubblicazione
in Scienze, Tecnologia e Medicina e dodici mesi in Scienze Umanistiche e Sociali).
L’attuazione dei termini di blocco è il risultato di un compromesso tra, da un lato, il rispetto del modello economico dell’attività editoriale, lasciando agli editori il tempo di utilizzare esclusivamente le proprie pubblicazioni, e, dall’altro, l’obiettivo di diffondere la conoscenza in modo capillare come rapidamente possibile.
La legge preserva anche i diritti d’autore dei ricercatori perché non li obbliga a mettere a disposizione i loro scritti allo scadere dei periodi di embargo, ma ne garantisce solo il diritto.
Al di fuori di questo meccanismo legislativo, sono emerse riflessioni per sviluppare l’apertura della scienza. Così, il “Piano S” adottato a livello europeo da cOAlitionS, che comprende gli enti finanziatori della ricerca, promuove una “strategia di non trasferimento”.
Le conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea sulla valutazione della ricerca e l’attuazione della scienza aperta del 10 giugno 2022 considerano che “gli autori di pubblicazioni di ricerca o le loro istituzioni devono conservare, in misura adeguata, i diritti di proprietà intellettuale, per garantire l’accesso aperto a queste pubblicazioni”.
L’11 marzo 2022, il Book Ombudsman ha anche pubblicato una bozza di parere sull’editoria accademica, riferendo sui delicati equilibri che devono essere garantiti nell’ambito di una politica di scienza aperta, anche per quanto riguarda le questioni relative al trasferimento dei diritti. .
Inoltre, gli enti di ricerca tendono sempre più, nella pratica, a valutare gli scienziati ad essi associati tenendo conto della loro propensione a pubblicare localmente in pubblicazioni ad accesso aperto e non a trasferire i propri diritti, cosa non esente dal rischio di contenzioso.
In questo contesto, Olivier Jabiot, Presidente del Consiglio superiore dei beni letterari e artistici (CSPLA), ha incaricato Maxim Butron, Maestro degli Ordini al Consiglio di Stato La missione si propone di studiare le modalità di attuazione dell’attuale quadro legislativo e regolamentare rispetto all’obiettivo primario di raggiungere il giusto equilibrio tra l’ampia diffusione del lavoro nel campo della scienza e il dinamismo dell’editoria scientifica. La missione si concentrerà quindi sull’analisi delle proposte di modifica di questo quadro attualmente in corso, in Francia o a livello dell’UE, e sulla valutazione della loro posta in gioco in termini di proprietà letteraria e artistica, e in particolare per quanto riguarda la possibilità per gli autori di ricerca controllare la forma in cui le loro pubblicazioni sono rese disponibili.
Questo compito sarà svolto in collaborazione con Alexandre Tremolière, capo delle applicazioni presso il Consiglio di Stato.
La missione annuncerà i suoi risultati entro la fine del 2023.
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