La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha ritenuto l’Italia colpevole di aver violato i diritti di un giovane migrante gambiano.
Secondo la CEDU, il migrante ha ricevuto un trattamento inumano e degradante ed è stato ricoverato in un centro di accoglienza per adulti nonostante avesse informato le autorità di essere minorenne, riferisce SchengenVisaInfo.com.
Così, la Corte EDU si è pronunciata contro l’Italia per aver violato i diritti di un ragazzo migrante che è stato trattato come un adulto e detenuto in un centro di accoglienza sovraffollato per più di quattro mesi, spiega l’ANSA.
Il giovane, entrato in Italia dal Gambia nel 2016, avrebbe all’epoca 17 anni. Il rapporto di un medico affermava anche che era minorenne e non aveva ricevuto cure adeguate.
Il comunicato stampa emesso dalla CEDU affermava che le autorità italiane non avevano fornito immediatamente un rappresentante al minore migrante, il che significava che gli era stato impedito di presentare effettivamente una domanda di asilo.
“Il tribunale ha osservato che a causa di carenze nelle garanzie procedurali dopo il suo arrivo in Italia, non gli sono stati forniti gli strumenti necessari per presentare domanda di asilo ed è stato trattenuto in un gran numero di centri di accoglienza per adulti per più di quattro mesi”. Parte della sentenza della corte dice:
Inoltre, in aggiunta a quanto sopra, le autorità italiane non hanno fornito al minore protezione, anche qui e l’accesso a un difensore.
“Le autorità nazionali non hanno applicato il principio della presunzione di minoranza e non hanno fornito garanzie. Secondo il diritto nazionale e dell’UE, tali garanzie includono la nomina di un rappresentante legale o tutore, l’accesso a un difensore e la partecipazione informata alla procedura di valutazione dell’età. La corte ha aggiunto.
La corte ha sottolineato che il migrante non aveva alcun diritto a sviluppare relazioni con gli altri durante la sua permanenza nel centro di accoglienza, suggerendo che ciò avrebbe potuto essere evitato se fosse stato collocato in un centro speciale o con genitori affidatari. .
Inoltre, la Corte ha osservato che, in risposta alla denuncia presentata dai migranti, il governo italiano non aveva indicato alcun rimedio specifico attraverso il quale i ricorrenti potessero lamentarsi della loro situazione nel centro di accoglienza per adulti.
Pertanto, è significativo che le soluzioni richiamate dal Governo in merito alla procedura di accertamento dell’età del ricorrente siano divenute inefficaci.
Tenendo conto di tutti i fattori, la CEDU ha stabilito che l’Italia deve rimborsare 7.500 euro per danni morali e altri 4.000 euro per spese legali sostenute.
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