Dicembre 6, 2023

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Italia: i pm chiedono 10 anni e 5 mesi per l’ex sindaco di Rias

Italia: i pm chiedono 10 anni e 5 mesi per l’ex sindaco di Rias

La Corte d’Appello sta attualmente indagando sul caso di corruzione a carico dell’ex sindaco di Rias, Mimmo Lugano. La piccola città in Italia è nota per l’accoglienza di rifugiati e immigrati. I pubblici ministeri hanno chiesto la condanna di Lugano a 10 anni e 5 mesi di reclusione. Questo è inferiore alla sentenza emessa dal tribunale di grado inferiore.

Una corte d’appello nella regione meridionale italiana della Calabria sta attualmente esaminando il caso contro Domenico “Mimmo” Lugano.

È lui il principale imputato delle indagini, soprannominato ‘Senia’, dopo che la Guardia di Finanza italiana ha indagato sulla gestione dell’accoglienza dei migranti a Rias.

I reati di cui è stato accusato l’ex sindaco di Riyaz includono associazione a delinquere, frode, appropriazione indebita e abuso d’ufficio.

La procura, rappresentata dai procuratori generali Adriana Fimiani e Antonio Giutari, ha chiesto la reclusione a 10 anni e 5 mesi per Lucano, sindaco della città di Rias, nel sud Italia dal 2004 al 2018.

Un tribunale di Loughry aveva già condannato Lugano a 13 anni e 2 mesi di reclusione.

RIAS: un modello per l’accoglienza di rifugiati e migranti

A capo del Lucano, Rias, una cittadina del sud Italia, Conosciuto come un modello positivo per l’accoglienza di rifugiati e migranti e ammirato anche all’estero.

Le indagini contro di lui e un gruppo di altri imputati sono iniziate dopo un’indagine della Guardia di Finanza italiana.

Secondo i media italiani, il Lugano non era presente all’ultima data del processo, ma solo il suo team legale.

L’udienza di ricorso contro Lucano è iniziata con la riapertura di un’istruttoria disposta dal tribunale di Giancarlo Bianchi, su richiesta dei legali luganesi Andrea D’Acqua e Giuliano Pisapia, che hanno depositato anche un parere legale di 50 pagine scritto dall’avvocato Antonio Milicia . .

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Il documento include nuove trascrizioni di cinque intercettazioni – comprese quelle non esaminate durante il primo processo – e un CD audio della conversazione.

Un’intercettazione telefonica di una conversazione tra Lucano e Salvatore del Giglio, funzionario dell’ufficio del prefetto, è una prova cruciale che in precedenza è stata trascurata. Gli avvocati del Lugano hanno affermato che le prove potrebbero “cambiare l’esito del processo”.

Gli avvocati di Lucano: ‘I reati di cui è accusato non sono avvenuti’

All’udienza di appello i legali del Lugano hanno sostenuto che il movente dell’ex sindaco “coerente con quanto riportato nei manuali SPRAR: accoglienza e integrazione. Dalla discussione non è uscito nulla (cassettature comprese). Dedurre che Lugano agiva per altro”. (SPRAR è un acronimo che sta per Sistema di Accoglienza in Italia per Richiedenti Asilo e Rifugiati.)

“Si tratta di un’affermazione finale tranquilla. I procuratori aggiunti hanno in parte condiviso i punti che abbiamo sollevato come difesa di Mimmo Lugano contro la condanna di primo grado. Su altri punti non condividiamo richieste o motivazioni”, ha detto l’avvocato del Lugano Pisabia (che siede anche come rappresentante del Partito Democratico al Parlamento dell’Unione Europea).

“Ora inizieremo la difesa”, ha detto. “Ci auguriamo che la punizione sia favorevole a (Lugano.).”

D’aqua, l’altro legale dell’ex sindaco, ha dichiarato: “Nel nostro intervento spiegheremo le ragioni del nostro ricorso e speriamo chiaramente in un esito positivo, poiché abbiamo sempre creduto che i reati imputati a Mimmo Lucano fossero non succede. .”