Tra il 1990 e il 2016, questo lavoro di ricerca si è basato su quasi 700 fonti di dati sul consumo individuale, verificate con quasi 600 studi prospettici e retrospettivi sui pericoli dell’alcol. In particolare, i risultati mostrano che nel 2016 l’assunzione di alcol è stato il settimo fattore di rischio di morte e disabilità più importante a livello mondiale.
Classifica rivalutata per la fascia di età 15-49 anni, salendo al triste primo posto… Nel 2016 quasi il 10% delle persone appartenenti a questa fascia di età è morto per gli effetti dell’alcol, ovvero 2,8 milioni di persone. Le principali cause di morte sono la tubercolosi (1,4% del totale), seguita dagli incidenti stradali (1,2% del totale). Tra gli ultracinquantenni, i tumori indotti dall’alcol sono stati i primi a morire, con circa il 27% delle donne e il 19% degli uomini. Per mettere la testa fuori dall’acqua, i ricercatori hanno analizzato il livello di alcol necessario per ridurre il rischio.
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Non sorprende che il punteggio sia sceso: 0!
Il vino ha però proprietà utili? È quanto hanno cercato di determinare i ricercatori dell’Università di Padova e di IMDEA-Food Una rassegna di articoli scientifici pubblicati a settembre 2020 in Molecole.
Due scuole si scontrano su questa spinosa questione. Da un lato i fautori dei polifenoli nel vino rosso e, dall’altro, i fautori della totale astensione. Il primo sostiene che un moderato assorbimento porta a una prognosi migliore ea una riduzione della mortalità, soprattutto a causa del minor rischio di trombosi. I componenti dei polifenoli – antiossidanti naturali – tanto cari ai fautori del vino, sono presenti in proporzioni e forme diverse a seconda del vino. Infatti, nell’uva, questi componenti sono suddivisi in zone: polpa, buccia e semi. Pertanto, il vino rosso, che si ottiene da tutte queste parti, contiene più polifenoli del vino bianco, che è per lo più a base di polpa. Ma i ricercatori della revisione vogliono sedare l’eccitazione ricordando che l’effetto degli antiossidanti è evidente nella ricerca in laboratorioè meno potente una volta posizionato nella custodia Lui vive. In conclusione, nonostante quasi 30 anni di ricerca e migliaia di articoli scientifici, mancano ancora prove evidenti dell’effetto ‘farmacologico’ del vino.
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