Marzo 20, 2023

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“Il dubbio è una componente della scienza tanto quanto lo è della religione.”

La Croix: Hai intitolato il tuo ultimo libro “God Needs No Evidence” in riferimento a un altro libro, “God. Science, Evidence”, pubblicato nell’ottobre 2021 con grande successo di pubblico. Come lo trovi?

JackArnold: L’uomo si fida ma ha bisogno di prove: sperimenterà questa fiducia data all’amico, all’autista di autobus, al collega, al pilota d’aereo… Perché ciò che viene da una fiducia superiore, metafisica, religiosa, non passerà attraverso lo stesso desiderio di evidenza? Ma non dimentico mai, in materia di Dio, che ciò in cui inciampiamo di più non è a causa della creazione: la sofferenza, la malattia e la morte di una persona cara sono esperienze molto più difficili.

Come spieghiamo che alcuni credenti cercano di consolidare la loro fede nella scienza?

JA: Il libro di Michel Yves Bollory e Olivier Bonassis ne è un buon esempio: il desiderio della scienza di darci delle prove è quella che si chiama concordanza. Per chi vi aderisce, le scoperte scientifiche arrivano a confermare le posizioni religiose. Tale è la tentazione di Pio XII che affermava, nel 1951, davanti ai membri della Pontificia Accademia delle Scienze, che la scienza e l’astrofisica affermano l’esistenza di Dio creatore.

la grande esplosione? È troppo bello per essere vero, quindi effetto divino. E dimentichiamo che la scienza è prima di tutto un esercizio di scetticismo, curiosità, ipotesi, verifica, osservazione, qualcosa che non smette mai di cambiare, di andare avanti. Nell’approccio scientifico, l’evidenza è ciò che deve assolutamente essere distrutto per andare avanti…

Cosa spinge i nostri contemporanei a una tale semplificazione, persino caricatura della scienza?

JA: Arriverò persino a parlare di frode. C’è una passione per la scienza che oggi ci presenta le nostre tecnologie, e allo stesso tempo la scienza è usata per poter presentare le ideologie. Alcuni arrivano al punto di sviluppare una pseudo-scienza della creazione che contraddice i risultati concreti. Ma la ricerca è uno straordinario percorso di riflessione che non contrasta con la fede, anzi: cresco ogni giorno perché incontro ricercatori che impegnano intelligenza e tempo.

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Darwin e altri ci parlano del mondo in cui viviamo, di cosa siamo e da dove veniamo… Tuttavia, dobbiamo ancora crescere in umanità, anche nella fede.

Ma come può la Chiesa cattolica coniugare fede e conoscenza scientifica?

JA: Dobbiamo ricordare quanto disse Giovanni Paolo II nel suo discorso “Sull’evoluzione” davanti alla Pontificia Accademia delle Scienze, il 22 ottobre 1996. Di tutto il lavoro scientifico, dobbiamo affermare i fatti – c’erano fossili, c’erano mondi su questa terra – e non negarli.

Poi, ha detto, ci sono teorie scientifiche, emanazioni della mente umana, che bisogna rispettare e sapere che queste teorie possono essere influenzate da un concetto umano, anche dall’ideologia. Infine, una volta che ci concentriamo su cosa sia una persona, la scienza non può dire tutto su una persona.

Quindi non c’è scelta tra fede e scienza?

JA: Siamo in due aree minacciate dal dogmatismo. Il grosso problema con gli astronauti è che mancano sempre di peso e non possono appoggiarsi a nulla. Ma abbiamo bisogno di supporto. In campo scientifico come nella fede, abbiamo riferimenti e dottrine che sostengono la via da seguire. Ma se smettiamo di muoverci, diventa dogmatico. Il movimento, cioè la ricerca, la ricerca, lo scetticismo, è una componente della scienza proprio come la religione. Tutto ciò che la scienza mi dà in termini di conoscenza della realtà, dalla più remota alla più intima, mi fa pensare.

Come possono le tradizioni religiose e spirituali, che hanno un tale patrimonio di conoscenza umana, ignorare ciò che la scienza porta? Ci si potrebbe chiedere cosa dicono oggi gli scienziati. Noi che siamo solo un granello di polvere siamo riusciti ad ottenere una visione dello spazio e del tempo che raggiunge miliardi di anni. Lasciamoci incuriosire.

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In una società dalla mentalità scientifica, come si può definire la fede?

JA: È una curiosità enorme. La curiosità è sempre avanti, mi dà energia. E anche il mondo è curioso. Alimenta la mia curiosità. La prova fermerà la curiosità, è terrificante. Ci sono momenti in cui la fede viene a rassicurare e confortare… è sostegno. Ma dobbiamo andare avanti. La fede si muove.

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Autore

Jack Arnold, agronomo, è dottore in storia della scienza e teologo. Questo ex domenicano è project manager presso il Centro Nazionale di Studi Spaziali (Cnes). Aiuta ricercatori e ingegneri con questioni etiche. Studia gli organismi viventi e il loro sviluppo tanto quanto lo spazio e la sua conquista. Scrive a lungo: “Dio contro Darwin. I creazionisti trionferanno sulla scienza?” (Albin Michel, 2007), o “Sotto il velo dell’universo. Quando gli scienziati parlano di Dio” (Albin Michel, 2015), e quindi pubblica questo mese “Dio non ha bisogno di guida” (Albin Michel, 190 p., 19,90 €).