Dicembre 2, 2023

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JV a banda larga  L'Italia in trattative per tagliare i costi per controllare la fibra aperta: FontiA cura di Giuseppe Fonde, Elvira Polina e Stephen Youthcase

ROMA / MILANO: L’Italia sta valutando un modo più economico per ottenere il controllo dell’operatore di banda larga Open Fiber, hanno detto mercoledì tre fonti che hanno familiarità con la questione, aggiungendo che potrebbe svolgere un ruolo guida nel potenziamento della connettività in tutto il paese.

OpenFiber è una joint venture tra la più grande utility italiana Nell e l’istituto di credito statale Gaza Deposito e Prestiti (CDP).

Enel è in trattative per vendere fino al 50% del Fiber Infrastructure Group alla finanziaria australiana Macquarie per 2,65 miliardi ($ 3,11 miliardi) dallo scorso anno, e l’accordo dovrebbe concludersi entro giugno.

Il piano originale era di acquistare il 10% della fibra aperta da CDP ONL e negoziare i diritti di regime con Macquarie per ottenere il controllo.

Ma le fonti hanno affermato che le differenze sul valore della fibra aperta hanno spinto le pagine a discutere delle alternative.

Secondo il nuovo piano di dibattito, Nell venderà tutto o parte della sua quota del 50% a Macquarie, dopodiché CDP aumenterà la sua quota al 51% attraverso un aumento di capitale, affermano le fonti.

CDP e Macquarie hanno rifiutato di commentare. Enel non è stata subito disponibile per un commento.

In questo modo la CDP potrebbe risparmiare centinaia di milioni di euro per ottenere il controllo della joint venture.

Una fonte ha detto che i colloqui erano in una fase avanzata, aggiungendo che Enle potrebbe aggiungere una piccola partecipazione a Open Fiber.

Il precedente governo italiano aveva sconfitto il tentativo del CDP di ottenere il controllo della fibra aperta come parte di un piano più ampio per fondere l’ex monopolio telefonico delle telecomunicazioni con le attività di rete fissa italiana (DIM).

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Ma alcuni ministri del nuovo governo di Mario Draghi hanno messo in dubbio il piano, dicendo che Roma sta rivedendo le sue opzioni.

DIM, di cui CDP è il secondo maggiore azionista dietro la società di media francese Vivendi, ha più volte affermato che non ammetterà di possedere meno del 50% di una singola società di rete, il che potrebbe portare a problemi di regolamentazione.

Quarta fonte, il ministero dell’Industria sta esplorando altre opzioni, inclusi schemi di coinvestimento che consentono agli operatori in alcuni luoghi di costruire le proprie reti e ottenere accordi commerciali altrove.

Il governo della Troika ha posto l’infrastruttura digitale al centro della sua agenda e conta sulle sovvenzioni del fondo europeo per il recupero per accelerare il rotolamento della fibra.

Drake non ha ancora detto se la sua amministrazione vuole implementare il piano di rete integrato, ma una fonte ha detto che il tesoro, nel frattempo, sta spingendo per piani per garantire che CDP abbia il controllo della fibra aperta.