Valle d’Aprile
Uno dei miei ricordi più vividi di Indra Rajam è il suo spirito esuberante e il vibrante Natuvangam al Festival Internazionale di Vienna, dove si è esibita nel 1982. Il luogo era una splendida chiesa storica, quindi non riscaldata. Il pavimento dell’altare di marmo su cui stavo ballando e su cui sedevano i musicisti, nonostante il tappeto, era freddissimo. Ma Indramma, ispirato da un pubblico vivace e apparentemente insensibile al fatto che fossimo freddi fino all’osso, ci ha fornito un nattuvangam gioviale e allegro. Quell’impegno e quell’entusiasmo, anche di fronte alle avversità, hanno caratterizzato il suo lavoro nel corso di circa cinque anni, durante i quali ha fatto nattuvangam per me mentre vagavo per il paese e oltre.
Ho incontrato Indra Rajan per la prima volta nel 1981. Dopo un lungo e particolarmente stressante tour in Italia, la mia insegnante, Pandanalur Subaraya Pillai, suggerì a mia madre che, a causa dei suoi impegni sempre più fitti, sarebbe stato saggio trovare qualcuno più giovane che potesse imparare il mio repertorio e viaggia con me.
Sveglia della Valle. | Fonte immagine: archivi indù
Fino ad allora, Indra Rajan aveva la reputazione di riconoscere le complessità ritmiche, la forza e la chiarezza con cui presentava il sulcato. Mia madre ed io abbiamo anche sentito dire che può essere un po’ difficile da affrontare. Ma è stato un piacere lavorare con lei. Era desiderosa di perfezione, completamente impegnata a darle il meglio. Aveva un senso dell’umorismo birichino e ho avuto ricordi affettuosi della voce roca e delle risate sonore di Indrama mentre assaporava alcune delle storie raccontate da mia madre.
In questi giorni di formazione rigorosa con i musicisti, guardo indietro con nostalgia a un’artista come Indra Rajan, che nonostante la sua vasta esperienza, era desiderosa di innumerevoli sessioni di pratica e infinite ore di formazione.
Durante queste sessioni, non si è risparmiata. Se avesse dei dubbi su qualsiasi sequenza ritmica che avevo progettato, mi chiedeva immediatamente: “Puoi ripetere questo passaggio per favore? Ho bisogno di padroneggiarlo”. Questo rifiuto di dare per scontata la danza, e la sua insistenza nell’assimilare i Termanam e nell’affinare la propria esibizione erano davvero ammirevoli.
La sua tangibile gioia per il ritmo e la musica ha trovato espressione in quello che è diventato il suo segno distintivo dello stile nattuvangam: espressivo, ritmico e dinamico. Quando usava i piatti in un’esibizione, si poteva essere abbastanza sicuri che sarebbe stato misurato e costante, senza la minima accelerazione del tempo.
La straordinaria recitazione di solkattus di Indra Rajan mi risuona ancora nelle orecchie. Appartiene a una generazione unica di artisti tradizionali che purtroppo passa e il mondo della danza diventa più povero senza di lei. Mi mancherà, questa artista appassionata e una donna forte e indipendente, che ha avuto il coraggio di vivere la vita alle sue condizioni.
Lo scrittore è un famoso ballerino di Bharatanatyam.
“Difensore dell’alcol. Zombieaholic hardcore. Incluso ad attacchi di apatia. Praticante musicale. Imprenditore pluripremiato.”
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