Il governo della Georgia Meloni ha approvato il disegno di legge “Made in Italy”, che contiene proposte volte a promuovere e tutelare prodotti con forti radici culturali.
Ciò avviene mentre il calo del tasso di natalità in Italia sta causando preoccupazione nel paese. Un’altra preoccupazione è la “fuga di cervelli” per cui i giovani lasciano l’Italia per studiare o lavorare all’estero.
Le proposte mirano quindi a far crescere l’economia, nonché a promuovere l’inclusione sociale e sostenere i giovani, in particolare le donne imprenditrici.
Secondo il governo, il disegno di legge vuole essere un passo avanti nella promozione e nella tutela delle eccellenze italiane, sia all’interno dei confini nazionali che all’estero. Le misure previste mirano a sostenere le imprese, promuovere l’istruzione e la formazione legate al Made in Italy, promuovere il patrimonio culturale e tutelare i prodotti italiani.
Il disegno di legge prevede la creazione di un fondo sovrano da 1 miliardo di euro per finanziare le imprese nei settori strategici del Paese, compreso quello alimentare. Questo fondo ha l’obiettivo di attrarre capitali e realizzare investimenti statali diretti e indiretti a sostegno delle imprese.
In tema di istruzione e formazione, il disegno di legge prevede la creazione del Liceo “Made in Italy”, che offrirà un percorso formativo volto a promuovere conoscenze e competenze legate alle eccellenze dei prodotti e delle tradizioni italiane.
Verrà inoltre introdotto un nuovo regime di “tutoraggio” che consentirà ai datori di lavoro del settore privato di stipulare contratti fino a 24 mesi con lavoratori in pensione per fornire tutoraggio ai giovani nuovi assunti. Per le donne imprenditrici sono stati stanziati 15 milioni di euro per sviluppare nuove imprese guidate da donne in tutto il Paese.
Altro provvedimento è l’istituzione della giornata nazionale del “Made in Italy” il 15 aprile di ogni anno (compleanno anche di Leonardo da Vinci). Questa giornata vuole celebrare la creatività e l’eccellenza italiana, riconoscere il ruolo sociale e il contributo economico e culturale delle imprese e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla promozione e tutela del Made in Italy.
Nel frattempo, i ristoranti italiani all’estero possono richiedere un nuovo certificato “Ristorante italiano nel mondo”.
Ancora semaforo verde per l’etichetta NutrInform Battery
Il disegno di legge sottolinea il sostegno del governo italiano a NutrInform Battery, il sistema di etichettatura degli alimenti che l’Italia sta sostenendo nei negoziati dell’UE come alternativa al sistema a semaforo NutriScore. Il governo italiano ritiene che NutriScore discrimini ingiustamente alcuni prodotti alimentari come formaggio, prosciutto speciale e olio d’oliva, che sono vietati nel paese.
La fattura indica il sistema a batteria NutrInform, “Riconosciuto come efficace sistema nazionale di etichettatura per promuovere il corretto utilizzo degli indicatori nutrizionali dei prodotti alimentari, sostenere la dieta mediterranea e le imprese della filiera agroalimentare, aumentare la consapevolezza e la trasparenza a vantaggio dei consumatori”.
Si propone inoltre la creazione di fondi per la tutela delle indicazioni geografiche italiane e la promozione della biodiversità. Quest’ultimo mira a sostenere le pratiche tradizionali in quelle regioni e paesaggi rurali, sostenendo programmi di miglioramento genetico attraverso la creazione di fondi specifici, compresi quelli per le regioni di origine del prodotto tipico italiano.
Infine, per quanto riguarda la tutela dei prodotti, la legge prevede misure volte a garantire l’identificazione e l’origine dei prodotti italiani. Verrà presentata un’etichetta ufficiale attestante l’origine italiana della merce, che le aziende potranno apporre su base volontaria alle merci prodotte nel territorio nazionale; Verranno adottati disciplinari di produzione per prodotti tipici di determinate aree geografiche; Mentre le nuove tecnologie saranno utilizzate per tracciare il prodotto attraverso la realizzazione di un catalogo nazionale redatto dalla European Blockchain Service Infrastructure.
Il capo della Federazione delle industrie alimentari italiane, Federalimentare, ha elogiato il disegno di legge e lo ha illustrato “Un’iniziativa di alto valore sociale ed economico finalizzata allo sviluppo del Paese, alla quale le industrie alimentari possono dare un contributo significativo.
«È molto importante istituire il fondo sovrano per sostenere le filiere strategiche, a cui possono rivolgersi anche le aziende alimentari, soprattutto per l’export, che hanno ancora ampi margini di crescita».
Proposte tra cui la promozione dell’etichetta NutrInform Battery; Certificato di qualità per ristoranti italiani all’estero; Sostenere l’imprenditoria femminile, ha detto, proteggerebbe i prodotti italiani e la cultura alimentare.
“Trasformare le materie prime in prodotti dal gusto insolito e unico non è una competenza che si compra sul mercato. I tre articoli dedicati alla formazione ci permetteranno di trasmettere alle nuove generazioni l’esperienza dei nostri imprenditori, che è una vera e propria competizione vantaggio che deve essere valorizzato e tutelato.
Il settore dell’industria alimentare vuole continuare a dare un importante contributo allo sviluppo del Paese. L’Italia ha bisogno di una grande alleanza per la crescita che includa pubblico e privato e questa legge è un passo concreto in quella direzione”.
Nazionalismo alimentare costoso e inutile?
Si è parlato molto dei legami che il partito Fratellanza d’Italia Meloni ha con il passato fascista del Paese. La premier si definisce “conservatrice” e “di centrodestra”. Ciò non ha placato le preoccupazioni espresse in alcuni ambienti che un disegno di legge sul Made in Italy fosse la prova che i tratti nazionalisti del governo stavano cominciando ad emergere.
Queste preoccupazioni sono probabilmente esagerate, ha affermato Luca Boccini, direttore generale della società di consulenza con sede in Italia Hylobates ed esperto di regolamentazione alimentare.
“Bisogna stare attenti a non esagerare il nazionalismo alimentare italiano perché la Francia ha implementato misure simili già da tempo”, ha affermato. FoodNavigator ha detto. D’altra parte, c’è una tensione tra il nazionalismo alimentare in Italia e la dipendenza dell’Italia dall’esportazione di alimenti. In altre parole, l’Italia ha bisogno del mercato unico e dei mercati aperti per prosperare, quindi c’è un limite a quanto nazionalismo alimentare l’Italia può promuovere. La frammentazione del mercato unico – come nel caso di Nutrinform Battery, ad esempio – può portare benefici alle aziende nazionali, ma anche aumentare i costi per i produttori alimentari italiani che operano in tutta l’UE.
“Il disegno di legge sul ‘Made in Italy’ è un insieme di tante cose, e per tutti i disegni di legge bisognerà aspettare e vedere cosa diventa davvero legge”.
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