indagine
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Gli agenti dell’Istituto nazionale per la ricerca in scienze e tecnologie digitali lamentano gestioni arbitrarie e “azioni ostili” da parte del loro management. Un’amministrazione che incide sul loro operato e spaventa le “stelle” francesi dell’intelligenza artificiale.
ChatGPT, il chatbot alimentato dall’intelligenza artificiale (AI) ha riportato l’intelligenza artificiale al centro delle discussioni. Un’area in cui la Francia si è già guadagnata le strisce e ha rappresentanti di alto profilo, come Yann LeCun, capo dell’IA di Facebook. L’occasione perfetta per far risplendere la bandiera francese. Solo che negli ultimi anni niente va bene nella ricerca pubblica in informatica, l’Istituto Nazionale di Ricerca in Scienze e Tecnologie Digitali (Inria). Questo tricolore pioniere nel settore, un organismo di ricerca di circa 4.000 ricercatori dislocati in dieci sedi sul territorio, è per l’informatica quello che l’Inserm è per la salute. Ma “Il nostro istituto è abusato dalla sua amministrazione e soffre di squilibri senza precedenti nella loro portata e molteplicità”, Critica una petizione interna lanciata a gennaio dal Sindacato nazionale dei ricercatori scientifici (SNCS-FSU) e sostenuta dal Sindacato nazionale dei ricercatori scientifici (SNTRS-CGT). I sindacati si riferiscono alla loro organizzazione come a Monumento in pericolo. La petizione è stata depositata
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